Cagliari, 16 Maggio 2017
Il direttivo della Bullfight Wrestling Society, nella serata di ieri, si è riunito in due ore di fuoco. La questione HeadHunters è diventata spinosa, non ci aspettavamo un atteggiamento tanto irrispettoso da parte dei nostri campioni, il nostro vanto fin qui. Evidentemente donare una mano per aiutare non basta, alcuni vogliono prendersi tutto il braccio e trascinarci giù, nel loro limbo melmoso.
Abbiamo ragionato così su varie opzioni, punizioni più o meno dure, più o meno serrate. La soluzione ideale sarebbe stata quella di rendere vacanti i titoli e permettere ad altri di conquistare i nostri allori.
Ma cosa sarebbe cambiato, poi? Gli HeadHunters avrebbero continuato a imperversare nel loro dolce far niente, magari sabotando il match e rischiando di non garantire uno svolgimento chiaro e degno del nostro nome. Così abbiamo pensato che metterli alla prova fosse la miglior punizione che ci potesse essere. Dicono di essere i migliori? Dicono di essere allenati e pronti? Ebbene, devono dimostrarlo. Ma per dimostrarlo abbiamo scelto forse i migliori interpreti del wrestling britannico dei giorni nostri: da un lato un performer straordinario come Ashley Dunn, un flyer che sa fare tutto e più di tutto, recentemente approdato in RevPro e messo nelle mire di sirene americane molto importanti; dall'altro Chris Tyler, già nel giro britannico della WWE, altro performer strepitoso che ha potuto dare sfoggio di sé diverse volte anche in Rising Sun, la compagnia di cui saremo partner il prossimo 10 giugno.
Sarà molto difficile per i nostri campioni uscirne vincitori. Per questo abbiamo scelto avversari così forti: il nostro intento è quello di far perdere loro i titoli. Non è un caso che al match sia stata aggiunta una clausola, ovvero che in caso di sconfitta non avranno diritto ad un rematch. Chiara l'antifona? O vincono o vincono. In caso contrario sarà nostro piacere annunciare altri due campioni, questa volta di prestigio.
Simone Spada, Direttore Bullfight Wrestling